Club Italiano Canarino Lancashire |
ANCORA SUL CARTAMO Da “Lancashire News Anno 5 (2004) N. 2 Sul numero 1 anno 5° di “Lancashìre News” e sull’allegato “Semi e erbe prative” avevo già accennato al Cartamo per le sue proprietà coloranti, ottime per conferire un bel giallo brillante ai nostri Lancashire. Adesso, dopo tre anni di coltivazione della pianta e di inserimento di fiori/semi nella dieta dei miei canarini, vedrò di illustrarvi dettagliatamente il Cartamo.
Descrizione: il Cartamo (Carthamus Tinctorius L.) è conosciuto anche con i termini dialettali di zafferano bastardo, zafferanone, safranùn, zafràn, urfaru, gruogo ... Con la scoperta dei vari coloranti chimici, questa pianta è stata sempre più trascurata; anni fa veniva coltivata nell’Italia Settentrionale come surrogato del vero zafferano (crocus sativus) i cui stimmi venivano e vengono venduti a prezzi proibitivi, però, oltre l’evidente differenza fra le infiorescenze del cartamo e gli stimmi del crocus, nella cucina tradizionale, mentre la colorazione dei cibi è più o meno la stessa, il sapore è totalmente diverso (pressochè assente per il cartamo). L‘origine della pianta è orientale e il suo nome deriva dall’arabo kurthum (tingere) per la presenza di due sostanze coloranti: una gialla solubile in acqua e l’altra rossa solubile in alcool. Ancora oggi, in molti paesi africani, il cartamo viene utilizzato per colorare alimenti, bibite, liquori e per la preparazione di cosmetici. Ovunque molti pittori usano la cartamina, preferita per la brillantezza dei colori. È una pianta annuale che si adatta benissimo a qualsiasi tipo di terreno, anche incolto, e non necessita di alcuna cura. È alta da 30 a 80 cm., fusto ramificato e glabro, foglie oblunghe. spinose verdi leggermente chiazzate di giallo, gruppi di grandi capolini giallo-arancia alla sommità contornati da diverse foglie. Fioritura in agosto e settembre, raccolta dei semi ad inizio ottobre.
Costituenti: lipidi, glucidi, cellulosa, vitamina C, grassi insaturi anti colesterolo e le due sostanze coloranti già menzionate. Proprietà. depurative e lassative. Coltivazione: come ho già detto è una pianta che non necessita di particolari cure o di specifici terreni, soltanto una posizione soleggiata che conferisca miglior colorazione alle infiorescenze. Ecco come procedere: > un’area di 1 mt. per i mt. dovrebbe essere sufficiente per la coltivazione di circa 50 piante; > preparare 5 solchi distanti 20 cm. tra loro; > due o tre semi nel solco alla profondità di 2/3 cm, distanza tra i gruppi di semi 15 cm. Importanti queste distanze ed il numero dei semi perché, quando le piante sono abbastanza alte, essendo a gruppi di due o tre e abbastanza vicine si autosostengono in caso di pioggia battente o forte vento. Infatti il loro stelo, se pur robusto, è però molto fine per sostenere i capolini alla sommità; > quando le piante sono alte 30/40 cm. rincalzare; > nei mesi caldi bagnare ogni 2 giorni; > semina marzo/aprile, fioritura luglio/agosto, raccolta semi ottobre (lasciar essiccare le piante per 10/15 giorni). I semi sono reperibili presso dei buoni rivenditori oppure si possono trovare tra un misto per pappagalli di buona marca. Personalmente preferisco coltivarli sia per la freschezza del prodotto che per poter usufruire dei petali essiccati. Attenzione però ai semi del cosiddetto “girasole bianco piccolo” che sono abbastanza simili. Chi avesse problemi nel reperimento dei semi può scrivermi o contattarmi al n. 0131-299377. Ne ho sempre un certo quantitativo di scorta, ma soprattutto è un prodotto ad alta germinabilità (80-90%). Sarò ben lieto di farne invio. Dimenticavo di dire che: per il recupero dei semi dai capolini è bene indossare dei guanti da giardinaggio data la quantità di piccole spine molto pungenti e che l’essiccazione dei petali deve essere effettuata in zona ombreggiata e arieggiata. Alimentazione Ai miei Lancashire, da inizio muta per 2 mesi e per 2 giorni la settimana, oltre al normale misto di semi, fornisco: - pastoncino umido o inumidito con semi ammollati con aggiunta, per ogni chilo, di 2 cucchiai di petali essiccati di cartamo e tagete (vedi descrizione e foto sul n.1 Anno 5° di “Lancashire News”), - semi di cartamo passati leggermente nel frullatore, soltanto per rompere il guscio troppo duro per i nostri canarini (1 cucchiaino da caffe per ogni soggetto). Non superare quantitativi e cadenze settimanali ad evitare indesiderato “aranciamento” nel colore e potere lassativo. Sospendere detta alimentazione quando si è ottenuto l’effetto desiderato. Nella mia sperimentazione ho provato a non “trattare” qualche esemplare e la differenza è ben visibile nei due soggetti sotto proposti; trattasi di due novelli della stessa nidiata e dello stesso sesso. Qualche volta ho “barato” alle mostre esponendo per intenso un soggetto brinato e non ho avuto alcun declassamento. Alimentazione cartamo e tagete Alimentazione normale Le fotografie computerizzate non esprimono al meglio l‘effetto cromatico reale. Franco DOLZA © C.I.C.L. © Prima edizione scheda 14/12/2006 - Aggiornamento 23/07/2008 |
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